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Belgio/Hamont-Achel
L’Abbaye Notre-Dame de Saint-Benoît, letteralmente l’Abbazia di Nostra Signora di San Benedetto, meglio conosciuta come “Achelse Kluis” alias “il riposo/rifugio di Achel”, si trova al confine tra il Bramante Settentrionale (Paesi Bassi) e il Nord del Limburgo (Belgio) a 20 km da Eindhoven, in una vasta riserva naturale di campi, foreste e brughiere. Sita non molto lontano dal borgo belga di Hamont, si erge solenne sulle rive del fiume Tongelreep, nel piccolo villaggio di Achel. Questo luogo sacro venne fondato ufficialmente nel 1854 ma è dimostrabile che già nel 1648 esisteva in quest’area una cappella. Nel 1686 il protestante olandese Petrus van Eijnatten, vi fondò una comunità di eremiti e da allora divenne un centro di spiritualità e preghiera. Fu abitata fino al periodo della Rivoluzione Francese, quando purtroppo fu quasi completamente distrutta e diventò di proprietà laica.
Nel 1844 l’Abate di Westmalle e il Priore di Meersel-Dreef andarono a visitare le rovine dell’antica congregazione, delusi da questo scempio decisero di acquistarne i ruderi e non senza poche difficoltà, il 9 aprile del 1845 l’intera proprietà passò di nuovo nelle mani dei religiosi. La nascita (o rinascita) del monastero lo si deve all’Abbazia di Westmalle che vi inviò alcunimonaci con l’intenzione di creare, in modo permanente, un luogo di presenza Cistercense. I lavori di ricostruzione iniziarono il 19 marzo del 1846 e si conclusero, per l’appunto, nel 1854 con la ripresa delle varie attività agricole, di falegnameria e dell’allevamento. Per quanto riguarda la costruzione della birreria e del maltificio, i lavori iniziarono, dopo la necessaria autorizzazione statale arrivata con Regio Decreto, il 12 luglio del 1850 e si conclusero due anni più tardi. I primi lavoranti erano laici cosi come il primo mastro birraio ed anche le materie prime giungevano fuori dalle mura del monastero. Nel 1871 il monastero venne innalzato al rango di Abbazia di San Benedetto appartenente all’ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza, meglio noti come Trappisti.
L’epopea della comunità prosegue abbastanza tranquilla fino ai primi del Novecento ma divenne piuttosto tormentata a cavallo delle due Guerre Mondiali. I monaci furono costretti ad abbandonare per ben due volte la propria casa, sottoposta ai bombardamenti tedeschi, per farvi ritorno solo a guerra finita: il birrificio venne occupato e le attrezzature in rame requisite e smantellate per farne munizioni. La definitiva rinascita risale al 1945 con l’inizio dei lavori di ricostruzione che fanno di Sint-Benedictusabdij uno degli esempi più maestosi dell’architettura benedettina in Europa.
Nel 1970 i monaci strinsero un accordo con Pierre Celis della brewery De Kluis Hoegaarden per la realizzazione della birra; quando nel 1985 il suddetto birrificio andò a fuoco, la produzione venne affidata alla Brouwerij Sterkens ed in seguito alla Den Teut. L’attività brassicola interna riprese nei primi anni ’90 e per sostenere le spese i religiosi furono costretti a vendere alcuni possedimenti terrieri. L’8 dicembre 1998, sussistendo i requisiti, i monaci ottennero il prestigioso marchio “Authentic Trappist Product”. Tutto ebbe luogo soprattutto grazie all’esperienza ed al contributo tecnico di due figure venerate dai produttori di birra Trappista e non solo: Padre Thomas dell’Abbazia di Westmalle, grandissimo esperto della cultura dei lieviti che si fece garante della qualità degli ingredienti e successivamente di Padre Antoine, per anni mastro birraio a Rochefort, che si era ritirato in riposo ad Achel, che rinnovò il parco birre.
In un primo momento le birre Achel sono state prodotte solo per il consumo interno e vendute nella taverna-negozio. Il 5 febbraio 1999 ci fu la prima vendita al pubblico. I pochissimi fermentati realizzati, di chiara matrice belga per una produzione di circa 5000 ettolitri, sono destinati, come per tutte le altre birrerie Trappiste, al fine di sostenere le spese di gestione dell’abbazia e per la beneficenza; mentre alcune sono destinate all’export, altre si possono acquistare e degustare solo presso il monastero (Patersbier). La produzione avviene in loco ma l'imbottigliamento è effettuato nel birrificio Bios-Van Steenberge ad Ervelde.
Nella comunità oltre alla birreria è presente un negozio con prodotti tipici, una galleria con articoli religiosi, un museo ed una locanda- caffetteria. Il monastero, che ha iniziato la sua vita circa 350 anni fa come semplice eremo si è sviluppato nel corso dei secoli in un luogo di culto imponente che domina il meraviglioso paesaggio, circondato da un complesso di edifici di colore marrone rossiccio. L’effige all’ingresso dell’edificio “pace a tutti coloro che entrano qui" è di buon auspicio e i monaci credono che garantirà la sopravvivenza di tutto l’ordine e per esserne certi, il nuovo birrificio è stato costruito in acciaio inossidabile, non di rame.
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