Rochefort 10 cl.033
Quadrupel gradi 11.3°
5,00 €Rochefort 6 cl.033
Dubbel gradi 7.5°
3,50 €Rochefort 8 cl.033
Dark strong ale gradi 9.2°
4,00 €Belgio/Rochefort
Ci troviamo a metà strada tra Bruxelles e Lussemburgo, nel piccolo Comune belga chiamato Rochefort, sito nella Regione Vallona (Provincia di Namur). La pittoresca località rappresenta il centro geografico di una piccola area naturale chiamata Famenne e, a due chilometri in linea d’aria dal centro del paese, si erge solenne ai piedi di una collina ricca di vegetazione accanto ad un’antica cava di marmo sfruttata dai religiosi dell'Ancien Régime, l'Abbazia di Notre-Dame di Saint-Remy. Edificata nel 1230 per volontà del Conte di Rochefort, Gilles de Walcourt, in principio era un convento (Succursus Dominae Nostrae) ma il lavoro dei campi si rivelò troppo faticoso per le suore che decisero di abbandonare questi luoghi e furono sostituite dai monaci cistercensi nel 1464 provenienti da una comunità francese ed il luogo divenne un monastero.
Più volte nel corso della sua storia venne devastato e subì vari saccheggi da parte dall’esercito invasore di turno, per non parlare dei regolari episodi di carestie ed epidemie, ma, devoto al motto di Dom Philippe Lefèvre “Curvata, Resurgo”, ha sempre trovato la forza di rialzarsi. Dopo un lungo periodo di abbandono, dopo la distruzione e l’esproprio del complesso religioso ad opera delle truppe rivoluzionarie francesi, con conseguente abbandono degli edifici avvenuto nel 1794, nel 1887 il terreno un tempo occupato dal monastero, ormai in pessimo stato, venne acquistato da un cappellano militare in pensione che lo donò alla comunità cistercense di Achel che, a dicembre del medesimo anno sotto la guida dall’abate Anselmus, inviò una piccola comunità di monaci per rifondare l’antica abbazia.
Il birrificio vide la luce due anni più tardi e nel 1899 fu avviata la moderna produzione anche se gli archivi indicano che già dal 1595 i “fratelli” erano abili nella produzione di birre la cui vendita oggi, come accade negli altri monasteri trappisti, è rivolta unicamente alle necessità della comunità monastica, come ad esempio la manutenzione delle strutture, ed al finanziamento di progetti a scopi benefici, sotto il diretto controllo della comunità stessa. Tutto filò senza particolari interruzioni sino ai due Conflitti Mondiali quando gli occupanti Tedeschi confiscarono le attrezzature in rame del birrificio per farne munizioni e la produzione cessò. Venne ripresa, a seguito di una grande opera di ristrutturazione, verso la fine degli anni ’40 quando i religiosi di Rochefort si avvalsero dell’aiuto dei “fratelli birrai” di Chimay e del professor De Clerck dell’Università di Leuven che contribuirono a risollevare e migliorare la qualità della birra concentrandosi in primis sul cambiamento di alcuni metodi di produzione, stabilendo controlli microbiologici regolari e migliorando le operazioni di sanificazione.
Le birre, originariamente realizzate per soddisfare i consumi interni del monastero, nel 1952, quando il birrificio fu completamente rinnovato e tale modernizzazione non si è in realtà mai arrestata, iniziarono ad essere commercializzate: dal 1960 l'intera economia della badia è centrata sulla produzione delle stesse. Il 29 dicembre 2010 un pauroso incendio distrusse numerose costruzioni all’interno dell’abbazia, in particolar modo quelle sorrette da travi in legno ma per buona sorte il birrificio non subì danni insieme alla biblioteca dove sono costuditi circa 20.000 volumi: tutti i monaci ed il personale laico rimasero incolumi. Le materie prime impiegate per la realizzazione delle tradizionali birre vengono accuratamente selezionate: l’acqua proviene da un pozzo sito all’interno delle mura della badia e giunge direttamente da una fonte situata in una grotta, conosciuta con il nome di Tridaine, ricca di carbonato di calcio è particolarmente adatta per la produzione di birra scura.
I due speciali lieviti impiegati sono coltivati e costuditi all'interno dell’area produttiva dove lavorano sei monaci, che costudiscono gelosamente tutto l’iter produttivo e nove dipendenti laici: il birrificio non è aperto al pubblico. La produzione si attesta su circa 185000 ettolitri l’anno suddivisa in tre tipologie di birre che si distinguono attraverso un diverso numero e colore posto sul tappo delle bottiglie (6, 8 e 10). I numeri si riferiscono sia alla scala Baumè (misura della densità di una soluzione acquosa), sia al numero di settimane di maturazione occorrenti prima che la birra sia pronta.
Quadrupel gradi 11.3°
5,00 €Dubbel gradi 7.5°
3,50 €Dark strong ale gradi 9.2°
4,00 €